Ci sono tanti bambini che hanno difficoltà a leggere, scrivere o fare i calcoli in modo corretto: sempre più spesso si tratta di dislessia, disgrafia, discalculia, distografia. Sono disturbi dell’apprendimento, a carattere neurobiologico ed evolutivo, genericamente chiamati DSA, e in tantissimi casi non sono correttamente riconosciuti e adeguatamente affrontati perché scambiati per normale difficoltà nell’apprendimento, svogliatezza o scarsa attenzione.
Quali sono i segnali? Come si effettua la valutazione? Come comportarsi con la scuola e come migliorare queste difficoltà?
Sin dai primissimi anni di scuola, i compiti sono l’occasione per genitore e figli di gettare le basi di abitudini che guideranno, per molto tempo, l’approccio e l’organizzazione personale nei confronti di una varietà di obiettivi (di studio, di lavoro, a casa, personali). E’ utile quindi saper comunicare un atteggiamento ottimistico, positivo e costruttivo nei confronti dei compiti a casa. I compiti a casa possono essere difficili per una serie di ragioni, tra cui il mancato sviluppo di un’abilità necessaria a portate avanti il compito richiesto, difficoltà ad elaborare una o più parti del compito, mancanza di strumenti adatti o di strategie idonee ad affrontare il compito, problemi di attenzione e difficoltà di natura emotiva, difficoltà di apprendimento o un disturbo specifico dell’apprendimento non ancora identificati.
È importante riuscire a comprendere se il bambino abbia un DSA per riuscire a dissolvere parte della frustrazione e delle resistenze sviluppate nei confronti dei compiti.
Per qualsiasi dubbio è utile rivolgersi ad uno specialista, per capire dove stia il confine tra idiosincrasia ai compiti e difficoltà obiettive.