Il gruppo dell’Università di Padova (Cerea et al., 2015) ha voluto svolgere la ricerca che presenterò per poter ampliare le conoscenze per ciò che riguarda l’indagine degli aspetti psicopatologici nei giovani adulti con diagnosi di dislessia.
Uno degli obiettivi di questa ricerca è proprio quello di indagare ciò che sostenuto in letteratura (Carroll et al., 2006; Riddick et al., 1999) ovvero la presenza di una sintomatologia maggiore in soggetti con diagnosi di dislessia in un campione italiano di giovani adulti, confrontato con un campione di controllo.
Lo studio è stato fatto su un campione di 15 studenti universitari al primo anno di Università, con diagnosi di dislessia in età evolutiva, e un campione di controllo di 15 studenti universitari senza dislessia. I soggetti del gruppo clinico erano tutti seguiti da un tutor nel percorso di studi, il quale forniva sostegno nell’organizzazione dello studio e faceva da intermediario tra i ragazzi e i docenti.
Al campione è stata somministrata una batteria di test:
- La Battery for the Assessment of Reading and Writing in Adulthood, per la valutazione della lettura e della scrittura in età adulta;
- Il Cognitive Behavioural Assessment-Young (CBA-Y), che delinea un profilo psicologico della persona individuando sia le sue risorse psicologiche positive sia le aree problematiche.
- La Child Behaviour Check List (CBCL), per individuare informazioni sull’adattamento, sulle competenze e sui problemi comportamentali ed emotivi.
- Il Beck Depression Inventory – II (BDI – II), indaga gli stati affettivi, cognitivi e somatici della depressione.
- La Rosenberg Self-Esteem Scale (RSES), che indaga l’autostima globale.
- La Connor-Davidson Resilience Scale (CD-RISC), per misurare le capacità di gestione allo stress.
Dai risultati le scale che riportano una differenza significativa tra il campione di soggetti con dislessia e quello di controllo sono quelle che riguardano le lamentele somatiche, i problemi sociali e i problemi di attenzione, mostrando il campione clinico dei risultati maggiori. Mentre gli altri test di carattere sintomatologico non mostrano risultati significativi.
A differenza da quello che si trova in letteratura i soggetti con dislessia non dimostrano significative differenze per quanto riguarda gli stati d’ansia, la depressione, l’autostima o la resilienza. La scala delle lamentele somatiche comprende però emicranie, mal di stomaco, tic nervosi, affaticamento, sintomi che potrebbero avere un fondamento ansioso ma che possono non essere riconosciuti come tali dai soggetti.
Invece la categoria dei problemi sociali riguarda le difficoltà di relazione con gli altri, che possono portare ad un maggior senso di solitudine, alla difficoltà ad aprirsi o alla presenza di sentimenti di gelosia, già emersi nella letteratura di riferimento.
Infine è molto importante la presenza di maggiori problemi di attenzione del gruppo clinico, come la difficoltà di concentrazione, l’impulsività, l’incapacità di stare seduti per lungo tempo, ecc. Questo conferma la presenza di deficit di attenzione nei soggetti con diagnosi di dislessia, anche se non in comobidità con una diagnosi di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.
Per quanto riguarda l’assenza di differenze significative nelle scale somatiche ci può essere stata l’influenza dei fattori protettivi del gruppo di soggetti dislessici: la presenza di una diagnosi precoce, di interventi scolastici per il recupero delle abilità nella scuola primaria o secondaria e infine la presenza di un tutor scolastico. Probabilmente questi fattori hanno fatto sì che i soggetti provassero comunque nella loro esperienza scolastica un sostegno che li ha portati a vivere meno il senso di frustrazione e di fallimento, sviluppando un immagine di sé competente, limitando così lo sviluppo di problematiche ansioso-depressive.
Questo ci porta a sottolineare come la presenza di fattori di protezione possano attenuare lo sviluppo di problematiche sintomatologiche gravi e persistenti in soggetti con diagnosi di dislessia. Molto importante è la diagnosi precoce del deficit, che necessita di una preparazione e di un attenzione particolare da parte degli insegnanti oltre che dei genitori, al fine di poter preparare un percorso di studi adeguato alle competenze del bambino e che possa promuoverne un’immagine di sé come competente.